Lo studio della Dott.ssa Nicoletta Loi, specializzata in otorinolaringoiatria, si trova a Cagliari in Via Gerolamo Pitzolo n. 26.
Che cos’è l’asma?
Anche gli otorini parlano d’asma?
No, ma non è un’invasione di campo, uno sconfinamento su una patologia squisitamente pneumologica. Infatti almeno il 50% dei pazienti asmatici soffre di problematiche ricorrenti di competenza ORL: riniti, rinosinusiti, poliposi, disfonia, ecc.
E allora…? Allora, per gestire al meglio le problematiche comuni, è meglio fare un po’ di conoscenza.
L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree, caratterizzata dall’ostruzione, generalmente reversibile, dei bronchi. L’ostruzione dell’albero bronchiale è causata dall’infiammazione delle vie aeree inferiori e dalle relative conseguenze. A causa del processo infiammatorio, i bronchi si contraggono, la mucosa si edemizza e produce un eccesso di muco: tutto ciò causa una riduzione del lume bronchiale e di conseguenza minor spazio per gli scambi respiratori.
L’asma bronchiale provoca:
- dispnea;
- tosse;
- respiro fischiante o sibilante;
- di oppressione toracica.
Quali sono le cause?
L’infiammazione bronchiale è spesso causata dalla sensibilizzazione dell’albero bronchiale a particolari allergeni: in pratica, al contatto con determinate sostanze (pollini, inquinanti, fumo ecc.) le vie respiratorie di un soggetto asmatico rispondono in maniera esagerata infiammandosi e restringendosi.
Si parla di iper-reattività bronchiale proprio perché gli stessi stimoli, a parità di dose, non determinano risposte significative nei soggetti sani.
Epidemiologia:
L’asma è particolarmente diffusa tra la popolazione, dato che colpisce in media circa il 5% degli Italiani e quasi il 10% degli infanti. A questi dati andrebbero poi sommati tutti quei casi in cui il soggetto è malato senza saperlo.
Può infatti capitare che i sintomi dell’asma vengano mal interpretati o sottostimati dal paziente, soprattutto se è di giovane età; una certa fetta della popolazione tende così a ignorare i sintomi tipici della malattia senza dare troppo peso ai segnali d’allarme inviati dal corpo.
Quali sono i sintomi?
Quando una persona soffre di asma accusa sintomi come:
- tosse stizzosa, più o meno persistente, che può comparire o accentuarsi durante le ore notturne o al risveglio, talvolta associata a senso di naso chiuso o a starnutazioni ripetute;
- difficoltà respiratoria o dispnea (respiro affannoso, fiato corto);
- il respiro è sibilante anche se non sempre tale caratteristica viene percepita dal paziente.
Tutti questi sintomi non si presentano contemporaneamente nella stessa persona, né si verificano sempre con la medesima intensità (quando sono molto intensi si parla anche di una crisi d’asma) e possono svilupparsi in tempi diversi, nel corso della vita.
Infine non bisogna mai dimenticare che anche se per lunghi periodi non dà segni di sé, l’asma è una malattia cronica che, se trascurata, va incontro a riacutizzazioni talora gravi.
L’importanza di una diagnosi precoce:
In ogni caso se insorgono sintomi come tosse, fiato corto e respiro sibilante è necessario eseguire opportune indagini. Bisogna inoltre ricordare che, anche se colpisce prevalentemente i giovani, l’asma può insorgere a qualsiasi età. In particolare dopo i trent’anni questa malattia colpisce soprattutto le donne, tendenzialmente non ha origine allergica e risponde male alla terapia farmacologica.
L’importante in ogni caso è diagnosticare l’asma quanto prima possibile dato che le cure esistono, sono efficaci e consentono al paziente di condurre una vita assolutamente normale.
La presenza di uno di questi segni e sintomi dovrebbe indurre il sospetto di asma:
- frequenti (più di una volta al mese) episodi di respiro sibilante;
- tosse o respiro sibilante indotti dallo sforzo fisico;
- tosse soprattutto notturna, anche al di fuori delle infezioni respiratorie;
- assenza di un’andamento stagionale dei sintomi;
- i sintomi sono persistenti anche al di sopra dei 3 anni;
- i sintomi peggiorano in presenza di:
- aeroallergeni (polveri domestiche, animali con pelo, scarafaggi, funghi)
- esercizio fisico
- inquinanti chimici
- infezioni respiratorie virali
- emozioni intense
- fumo
- i sintomi rispondono ai farmaci antiasmatici;
- ricorrenza o persistenza di sintomatologia rinitica associata.
Quali sono le cause e i fattori di rischio?
Quando si parla di asma non è possibile definire con certezza un’unica causa di origine.
Senza dubbio hanno un ruolo molto importante alcuni fattori come la familiarità asmatica, le allergie e l’ipersensibilità a particolari sostanze irritanti e non (fumo, inquinamento, pollini, acari, betabloccanti, aspirina ecc.). Anche virus e batteri possono provocare infiammazione delle vie aeree scatenando crisi asmatiche nei soggetti predisposti.
Durante la gravidanza circa 1/3 delle donne asmatiche subisce un peggioramento della malattia.
Anche l’esercizio fisico è uno stimolo che può indurre o riacutizzare un episodio asmatico (asma da sport). In questi casi i sintomi della malattia emergono soltanto durante l’attività sportiva o durante impegni fisici particolarmente intensi.
Circa il 20% dei bambini asmatici non ripresenta asma dopo l’adolescenza.
Fattori di rischio per la comparsa dell’asma |
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Fattori individuali |
Fattori ambientali |
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I fattori di rischio evidenziati in grassetto sono generalmente ritenuti fattori causali, mentre gli altri sono da considerarsi fattori favorenti.
L’importanza della predisposizione genetica:
I vari studi effettuati dimostrano che la componente ereditaria incide approssimativamente per il 30-60% (in misura crescente quanto più importante sono l’asma o l’atopia nei due genitori) e che la madre ha un ruolo preponderante.
Asma e rinite:
Tra i fattori di rischio dell’asma è importante annoverare la rinite allergica. Il trattamento e la prevenzione della rinite allergica possono influenzare quindi la comparsa dell’asma.
Grazie ad alcuni studi è stato possibile stabilire che spesso asma e rinite allergica coesistono nello stesso paziente soprattutto in in caso di rinite perenne. La rinite è presente in circa il 75% dei pazienti con asma allergico e nell’80% di quelli con asma non allergico.
Uno dei motivi che collega asma e rinite allergica è senza dubbio la condivisione di alcuni fattori scatenanti. Infatti entrambe possono essere innescate da allergeni come pollini o polveri, inquinanti ambientali. Anche la base genetica di chi è predisposto ad asma e rinite allergica ha caratteristiche simili e questo fa si che nello stesso individuo possano coesistere entrambe.
La rinite allergica può dunque essere identificata come un’aggravante che influisce negativamente sui sintomi respiratori dell’asma.
Asma e Reflusso Gastroesofageo:
Il reflusso gastroesofageo è una situazione particolare che compare a causa di un’incontinenza dell’omonimo sfintere (gastroesofageo). In chi soffre di asma questa condizione può causare attacchi che insorgono prevalentemente di notte ed in special modo quando ci si corica subito dopo un pasto. A causa dell’incontinenza di questo sfintere che normalmente consente il passaggio degli alimenti in una unica direzione, può infatti accadere che una parte del contenuto gastrico risalga attraverso l’esofago. Il successivo passaggio di piccole quantità di cibo nelle vie respiratorie scatena così la crisi asmatica nei soggetti predisposti.
Come avviene la diagnosi?
Il medico, nel caso di un sospetto d’asma emerso dalla raccolta della storia del paziente e dalla visita, prescrive in genere l’esecuzione di alcune indagini strumentali quali la spirometria. La spirometria è un esame rapido, non invasivo, che permette di valutare lo stato di benessere delle vie aeree e dei polmoni.
Nel caso di una diagnosi positiva d’asma è necessario dimostrare la variabilità dell’ostruzione bronchiale nel tempo. I soggetti sani manterranno nel tempo una spirometria normale a ogni misurazione ripetuta nel corso delle analisi. Nei pazienti asmatici, invece, i numeri registrati saranno sempre diversi proprio perché l’esame rispecchia la variabilità della malattia stessa. Nel caso in cui il medico trovi che i bronchi sono chiusi, cercherà di “dilatarli” facendo inalare al paziente un farmaco spray con azione broncodilatatrice. Il paziente asmatico dopo 15 minuti dall’inalazione di questo farmaco avrà una spirometria che sarà tornata alla normalità.
Se invece la spirometria fosse sempre normale, in un numero limitato di pazienti, si potrà fare un cosiddetto test di broncoprovocazione aspecifica. Si farà, cioè, inalare al paziente una sostanza nebulizzata (la metacolina) che nei soggetti asmatici porterà a una chiusura dei bronchi prontamente registrata dalla spirometria.
Inoltre, i test di funzionalità polmonare possono essere utili quando la diagnosi di asma non è chiara e il respiro sibilante e la dispnea possono essere dovuti a un altro disturbo.
Come si cura e il trattamento
Farmaci di Fondo e Farmaci al Bisogno:
L’asma, per definizione, è una malattia cronica e come tale va seguita nel tempo sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Si tratta infatti di una patologia soggetta a fasi asintomatiche alternate a riacutizzazioni, talora gravi.
Proprio per questo motivo la terapia dell’asma si basa sull’utilizzo di:
- farmaci antiasmatici “di fondo”, da assumere continuamente per mantenere la malattia sotto controllo, cioè in assenza di sintomi;
- farmaci “al bisogno”, da prendere solo dinanzi a una reale necessità.
Purtroppo, l’andamento a fasi alterne “autorizza” in qualche modo il paziente ad autosospendersi la terapia di fondo o a seguirla a modo suo. Purtroppo tutta questa libertà può costare davvero cara, dato che aumenta il rischio di riacutizzazioni e può addirittura aggravare la malattia.
Una crisi asmatica è infatti determinata dalla riduzione del calibro dei bronchi, a sua volta responsabile di un diminuito apporto di ossigeno ai vari tessuti. Ogni volta che questo accade l’organismo subisce un danno che si somma a quello precedente, amplificando i sintomi ed aggravando la malattia.
Arriviamo così a definire una regola fondamentale che un asmatico non dovrebbe mai dimenticare: in presenza di asma la terapia non va mai abbandonata o sospesa anticipatamente, anche se i sintomi regrediscono.
Se molto spesso il paziente ritiene erroneamente di essere guarito e di non avere più bisogno di terapia è senza dubbio merito dell’efficacia dei farmaci antiasma.
Farmaci Inalatori
La grande rivoluzione in campo farmaceutico è iniziata negli anni ’70 con l’avvento dei broncodilatatori e del cortisone per via inalatoria. Grazie all’evoluzione farmacologica gli accessi agli ospedali si sono notevolmente ridotti e il trattamento dell’asma è divenuto a tutti gli effetti domiciliare.
Per curare questa patologia si utilizza prevalentemente la terapia per via inalatoria, dato che in questo modo il farmaco arriva più velocemente alle vie respiratorie dando un beneficio immediato.
Ogni bomboletta contiene un principio attivo diverso, scelto e prescritto dal medico o dallo specialista che ha in cura il paziente. Al suo interno possiamo trovare:
- broncodilatatori a breve e lunga durata d’azione: agiscono principalmente dilatando le vie aeree e rilasciando la muscolatura liscia Invertono e/o inibiscono la broncocostrizione e i sintomi correlati all’asma acuta, ma non invertono l’infiammazione delle vie aeree e non riducono l’iperreattività bronchiale;
- corticosteroidi: utilizzati per via inalatoria arrivano direttamente nei bronchi riducendo gli effetti collaterali tipici dei cortisonici per via orale.
Anche nell’ambito dei broncodilatatori non tutti i farmaci sono uguali. Alcuni producono un immediato effetto di broncodilatazione che però svanisce altrettanto rapidamente (broncodilatatori a breve termine), altri sono invece indicati per l’uso prolungato. Se si sente frequentemente il bisogno di ricorrere a broncodilatatori a breve durata di azione (crisi asmatiche ricorrenti) è bene rivolgersi ad uno specialista per una visita di controllo.
L’utilizzo di medicinali per via inalatoria, seppur estremamente efficace, nasconde delle difficoltà legate alla metodica di somministrazione del farmaco stesso. A complicare ulteriormente la situazione ci si mettono poi i diversi sistemi di applicazione degli spray di uso comune.
Il foglietto illustrativo suggerirà la procedura migliore per utilizzarlo: mantenere il busto eretto ed espirare profondamente. Portare l’inalatore in bocca o di fronte ad essa, inspirare e premere contemporaneamente la bomboletta. A questo punto trattenere il respiro per una decina di secondi, al termine dei quali espirare profondamente. Ripetere l’operazione se la terapia prevede una seconda inalazione.
Tutte queste difficoltà hanno spinto l’industria farmaceutica a produrre nuovi farmaci inalatori in polvere.
La terapia dell’asma può prevedere, in caso di scarsa risposta ai farmaci di prima scelta esposti sinora, anche l’utilizzo di altri medicinali, detti di seconda scelta poiché gravati da un rapporto rischi/benefici più sfavorevole. Tra questi farmaci rientrano le metilxantine (Teofillina e il suo derivato Aminofillina), da prendere per via sistemica, o gli anticolinergici (ipratropio bromuro) per aereosol.
Prevenzione:
Quando si soffre di asma non vanno mai dimenticate alcune semplici norme igieniche e comportamentali.
In caso di allergia alla polvere è bene, per esempio, eliminare tendaggi e tappeti dalla propria abitazione.
Più in generale ogni asmatico dovrebbe stare quanto più lontano da quelle sostanze irritanti o da quelli allergeni che scatenano la crisi (fumo, vernici fresche, pelo di animali, pollini, sostanze con odore pungente ecc.).