Lo studio della Dott.ssa Nicoletta Loi, specializzata in otorinolaringoiatria, si trova a Cagliari in Via Gerolamo Pitzolo n. 26. La Dott.ssa ha maturato una consolidata esperienza nel campo delle tonsilliti.
Che cos’è la tonsillite?
Le tonsille sono organi linfoghiandolari presenti nel cavo orale. Nella prima infanzia hanno un ruolo di protezione delle vie respiratorie. Normalmente vanno poi incontro a una progressiva atrofia sia funzionale che oggettivabile con la loro scomparsa dalla loggia tonsillare, come frequentemente si osserva negli adulti.
Con il passare degli anni infatti il sistema immunitario dei bambini si sviluppa e si rafforza, le tonsille diventano meno importanti e di solito, appunto, si atrofizzano. Nella maggior parte delle persone, l’organismo è in grado di combattere queste minacce senza le tonsille.
Il compito delle tonsille è quello di proteggere l’individuo dai batteri e dai virus che penetrano nell’organismo attraverso la bocca e il naso. È la massiccia presenza di questi patogeni a determinare quel fenomeno infiammatorio noto come “tonsillite”. La malattia è generalmente di origine virale, mentre più raramente è causata da batteri.
Con il termine “tonsillite”, quindi, ci si riferisce all’infiammazione delle tonsille, con particolare riferimento alle tonsille palatine. Esse, insieme alla tonsilla faringea (adenoide), tonsilla linguale e tubarica, costituiscono il cosiddetto anello del Waldeyer, che costituisce una prima barriera difensiva nei confronti dei microrganismi provenienti dall’esterno.
Quali sono le cause?
La tonsillite è una patologia che può essere scatenata da batteri o virus. Talvolta è un’infezione locale, in altri casi rappresenta la conseguenza di patologie sistemiche più gravi.
Tra i numerosi virus che possono determinare la tonsillite ricordiamo l’adenovirus e i rinovirus (responsabili del “comune raffreddore”). Più raramente l’Epstein Barr (virus responsabile della mononucleosi) e l’enterovirus.
Invece tra i batteri implicati nella genesi della tonsillite, specie nell’infanzia, lo Streptococcus pyogenes è frequentemente isolato e spesso associato alla faringite (faringo-tonsillite). Se non viene correttamente trattato, questo microrganismo può determinare complicazioni di una certa rilevanza.
Tra i fattori di rischio della patologia troviamo: l’età pediatrica (la tonsillite colpisce soprattutto i bimbi in età scolare) e il contatto con gli altri (i virus e i batteri che provocano la tonsillite tendono a diffondersi in luoghi dove le persone sono a stretto contatto).
Quali sono i sintomi?
Si associa di frequente alla faringite, alla rinite, alla laringite e alla sinusite, ma può manifestarsi anche da sola. La tonsillite genera un’infiammazione profonda e scatena dolore, bruciore, senso di gonfiore, difficoltà nella deglutizione, nel parlare e raramente anche nel respirare.
Altri sintomi comuni sono:
- febbre,
- mal di gola;
- mal di testa;
- male all’orecchio;
- suppurazione (comparsa di placche);
- gonfiore dei linfonodi del collo;
- perdita della voce.
Come avviene la diagnosi?
All’esame visivo del cavo orale le tonsille si presenteranno arrossate, aumentate di volume e talvolta ricoperte da “placche”. In alcuni casi, per confermare la diagnosi, possono essere prescritti:
- tampone faringeo: il medico passa un bastoncino sterile nella parte posteriore della gola per raccogliere un campione di secrezioni, esaminandolo in laboratorio per evidenziare l’eventuale presenza di streptococchi;
- l’emocromo completo: utile nella diagnosi differenziale per discernere le forme virali da quelle batteriche.
Come si cura?
Il trattamento della tonsillite dipende dalla causa dell’infezione.
Nel caso di infezione virale, l’infiammazione guarisce spontaneamente nel giro di 7-10 giorni. Il paracetamolo o i FANS controllano in modo adeguato febbre e dolore. In caso di mancata risoluzione della febbre dopo 72 ore, si può prendere in considerazione la possibilità di una sovrapposizione batterica e di conseguenza una terapia antibiotica.
In caso di infezione batterica, generalmente, si utilizzano antibiotici ad ampio spettro.
L’intervento chirurgico (tonsillectomia), invece, viene consigliato tenendo in considerazione la storia anamnestica del paziente, la frequenza degli episodi infettivi per anni successivi e l’insorgenza di infezioni particolarmente importanti, come l’ascesso tonsillare.